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I vini più amati del 2018

A quanto si vocifera, il 2018 è un'annata d'eccezione per gli amanti del vino.

Ecco i 10 vini più amati di quest'anno, quelli che hanno deliziato le papille gustative degli esperti e non, e che hanno conquistato le cantine gli italiani.

Partiamo con una denominazione importante, quella del Brunello di Montalcino. Un vino molto territoriale, frutto di un’affinamento tradizionale che vede l'utilizzo per la produzione di una botte grande, e che pone una particolare attenzione al dosaggio di acidità e succo.

Da una terra calda come la Puglia arriva il Primitivo di Manduria, un rosso davvero molto invitante, dall'aroma leggero, non ha un costo esagerato ed è perfetto per abbinamenti con portate, specie se a tavola c'è la cucina locale di brindisi o taranto.

Tornando in toscana abbiamo l'intramontabile Chianti, che dall'appennino porta il suo gusto armonico e il suo vivido colore rubino. Perfetti da abbinare con lui le carni rosse, la selvaggina oppure una ricetta tipica della sua terra originaria, la ribollita toscana.

Dal territorio di Verona invece arriva l'Amarone della Valpolicella, un vino elegante e vigoroso che richiede un invecchiamento di almeno quattro anni. Ma è talmente unico e versatile che può essere sia gustato da giovane che lasciato invecchiare magnificamente per godere di tutta la sua morbidezza al gusto.

Il Lambrusco è amato sì, ma è anche il più comprato dagli italiani. Il "rosso con le bolle" si conferma sovrano con oltre 13 milioni di litri venduti nel 2018. Un bel vanto per la region Emilia Romagna, che può fregiarsi di avere vigneti campioni d'incassi.

Dalla costa orientale dello stivale arriva il Montepulciano, pieno, lucente, dai riflessi purpurei. Da non confondere con il differente Vino Nobile di MOntepulciano, questa varietà più giovane permette una maggiore flessibilità nell'utilizzo delle uve per la sua produzione

La Barbera in Piemonte ha la sua roccaforte principale nell'Oltrepò pavese. E' un vino corposo e ricco, ottimo da abbinare ai pasti.

Il Sangiovese è sempre sul podio per storia e personalità. Il vintigno rosso più coltivato nella penisola si conferma tra i più amati, il suo gusto equilibrato lo rende il vino perfetto per ogni occasione.

Il Vermentino è un bianco pregiato. Di solito lo si associa subito alla Sardegna, ma esistono vitigni anche in toscana e in liguria. E' un vino fresco, un bianco corposo, con una gradazione varia, ottimo per accompagnare formaggi e salumi leggeri o piatti di pesce.

Altro bianco, il Prosecco, frizzante e inconfondibile, per il colore giallo paglierino e l'odore fine. E' inoltre il vino italiano più esportato all'estero, addirittura che nel 2014 è stato protagonista di uno storico sorpasso: ha superato per la prima volta lo champagne per numero di bottiglie vendute nel mondo.

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Il vino italiano più bevuto è quello presente all’estero, soprattutto negli Stati Uniti per quanto riguarda questo ultimo anno. I dati sull’export del Made in Italy sono quelli ufficiali di Coldiretti che, a fronte di un boom nei consumi di vino sul territorio americano, mette in evidenza anche un calo delle richieste in Italia. A quanto pare gli italiani hanno ridotto il budget a disposizione relativo alla presenza di vino sulle proprie tavole.

Italia in testa nella produzione estera ma in calo in casa

Stando ai dati Coldiretti, la produzione globale di vino all’interno della Penisola è scesa del 5%, conseguente alla diminuzione della richiesta da parte dei consumatori italiani. Il nostro Paese rimane però al primo posto del podio per quanto riguarda l’export (48,8 milioni di ettolitri), saldamente davanti alla Francia (41,9 milioni di ettolitri) e seguita in terza posizione dalla Spagna (37,8 milioni di ettolitri).

La richiesta maggiore di vino imbottigliato italiano arriva dagli Stati Uniti. Un vero e proprio successo, come tiene a sottolineare Coldiretti, per quanto invece resti l’amarezza del calo interno di vendite al consumatore finale. L’Italia, da sempre Paese estimatore del vino, cede il passo a Germania, Francia (trovi il vino Chablis su Tannico) e Stati Uniti per quanto riguarda appunto il consumo pro-capite. La crescita più marcata si registra tra i consumatori americani, che sono diventati i primi nel mondo con oltre 30,1 milioni di ettolitri di vino richiesto sul mercato.

Contribuiscono a mantenere alto il livello di produzione di vino nel mondo anche altri Paesi (seppur lontanissimi nelle cifre rispetto a quelle italiane) come l’Australia, che quest’anno ha raggiunto i 12,5 milioni di ettolitri, con una crescita importante quanto rapida del 5%.

Si mantiene invece stabile, rispetto agli anni precedenti, la produzione della Cina che per il 2016 è stimata in 11,5 milioni di ettolitri. L’America Latina ha dovuto subire le conseguenze degli eventi climatici –si pensi all’Argentina- ed ha registrato un forte calo nella produzione, scendendo in picchiata verso gli 8,8 milioni di ettolitri di vino per quest’anno (-35% rispetto al 2015) mentre il Cile, con 10,1 milioni di ettolitri, ha diminuito la produzione interna del 21% rispetto al 2015.

Passando al Sud Africa, il calo registrato tra questo e lo scorso anno è pari al 19%, con una produzione di 9 milioni di ettolitri.

Nonostante quindi i cali nella produzione interna, l’Italia si conferma leader a livello mondiale e nell’export, soprattutto verso gli Stati Uniti. I vini più richiesti? Chianti, Brunello di Montalcino, Pinot Grigio, Barolo e Prosecco che piace molto, insieme all’Amarone della Valpolicella e al Collio. L’Italia registra un notevole successo anche per quanto riguarda lo spumante e -in particolare in ordine di preferenza- troviamo il Prosecco, l’Asti, il Trento Doc e il Franciacorta. La notizia ancora migliore, se possibile, è che questa del 2016 è stata un’ottima vendemmia: unitamente ad un’eccellente performance commerciale, una notizia che fa ben sperare anche per la produzione e l’offerta sul mercato per il prossimo 2017.

 

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Il vino prosecco è una delle eccellenze italiane maggiormente conosciute nel mondo, molto spesso messo a confronto con lo champagne francese. In realtà a questo proposito bisogna fare alcune precisazioni. Tanto per cominciare, il prosecco non è solo spumante. Esiste infatti in tre declinazioni diverse, ovvero fermo, frizzante e, per l’appunto, spumante. La differenza sta nella presenza o meno di bollicine e nella gradazione alcolica. Inoltre il prosecco spumante viene ottenuto tramite un metodo detto Charmat o Martinotti. Lo champagne invece viene ottenuto attraverso un procedimento diverso, molto più lungo, detto champenoise, ed è per questo che spesso è più costoso ed è di conseguenza considerato più pregiato. In realtà, tanto lo champagne che il prosecco sono vini di tipo spumante, quindi la classica dicotomia che viene istituita tra spumante/champagne non è del tutto corretta.

L’origine del prosecco

Il vino prosecco ha origini molto antiche. Si pensa che i vitigni da cui viene ottenuto siano stati coltivati per primi dai Celti e dai Galli, quindi prima della dominazione romana. La zona interessata è dunque il Veneto, dove il vitigno in questione, un tempo era chiamato Pucino dal nome di una località, poi trasformato in Prosecco, sempre dal nome di un paese locale. Oggi il vitigno si chiama Glera, e nonostante che la zona di coltivazione continui ad essere il Friuli Venezia Giulia, le maggiori cantine produttrici di vini prosecco si trovano in Piemonte. Storicamente, infatti, è qui che sono nati alcuni dei marchi tutt’oggi più noti nell’ambito di questa tipologia di vino. Nel 2009 nacque una piccola contesa: i produttori del Veneto chiesero l’assegnazione del marchio DOC (Denominazione di Origine Controllata) per i loro vini, e subito i produttori piemontesi insorsero per essere inclusi nel marchio. Così fu: oggi a tutti gli effetti il vero Prosecco è sia quello prodotto nelle aree in cui viene anche coltivata la glera, sia quello che viene realizzato e imbottigliato in Piemonte.

Le caratteristiche dei vini prosecco

Ma cos’è che fa del prosecco, in tutte e tre le sue declinazioni, un vino tanto apprezzato? Il suo grado alcolico oscilla tra i 9 e gli 11 gradi, quindi è facilmente apprezzabile da tutti. Sia nella versione frizzante, che non, presenta un colore giallo paglierino, o più acceso o più spento, con riflessi dorati. Il suo sapore presenta note fruttate, molto gradevoli al palato, con una nota acidula molto fresca e piacevole. Il vino prosecco si accompagna agli antipasti, è ideale per gli aperitivi e può essere servito insieme a portate a base di pesce. Contrariamente a quello che si crede comunemente, anche il prosecco spumante non ha un’unica identità. Può essere brut, quindi secco, oppure dolce. Questo vuol dire che si adatta ai gusti praticamente di tutti.

Il disciplinare e la diffusione del prosecco

Secondo il disciplinare di produzione del vino prosecco che è stato emanato in concomitanza con l’assegnazione del marchio DOC, non solo il vitigno Glera può essere usato per la sua vinificazione. Il glera deve sempre essere presente in una percentuale di almeno l’85%; possono poi essere aggiunte altre uve autoctone come lo Chardonnay, il Pinot bianco, grigio o nero, la Glera lunga e il Perera, il Verdiso e la Bianchetta trevigiana. Il prosecco iniziò ad avere una più ampia produzione e diffusione a partire dal XVI secolo; risale proprio al Cinquecento la sua denominazione moderna, che fu usata dal poeta Aureliano Acanti (pseudonimo di Valeriano Canati) nel suo componimento Roccolo Ditirambo. Nell’Ottocento poi a Conegliano vennero istituite la Società Enologica, la Scuola di Viticoltura ed Enologia e la Stazione Sperimentale per la Viticoltura e l’ Enologia che contribuirono enormemente all’implementazione delle tecniche di realizzazione del prosecco. Il boom del consumo di prosecco si è però avuto solo in tempi più recenti, a partire dagli anni ’90 del XX secolo. Attualmente producono vino prosecco circa 8000 cantine vitivinicole e 269 case spumantistiche. le bottiglie che ogni anno vengono immesse sul mercato, nazionale ed internazionale, sono 330 milioni di bottiglie. La prima volta in cui le vendite del prosecco hanno superato quelle di champagne in termini di bottiglie vendute è stato nel 2013.

 

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L’Italia dei Vini si presenta come un portale ricco di tante tipologie di vini prodotti da tutte le regioni italiane. L’intenditore di vini ha solo l’imbarazzo della scelta ci sono enoteche, ottime cantine svariati eventi che vedono il vino come protagonista.

Che sia rosso, bianco rosè , secco o con le bollicine, numerose ricerche hanno dimostrato che il vino produce effetti benefici sul nostro organismo; senza esagerare, anche i medici lo dicono, un buon bicchiere bevto durante i pasti non può che farci bene.

Statistiche pubblicate su diversi quotidiani, sembrano far intendere che gli italiani ne bevano sempre meno durante i pasti principali, mentre l’utilizzano maggiormente durante gli aperitivi.

Il “nettare degli Dei” da solo in un raffinato bicchiere o unito con altri elementi nei cocktail, è diventata una scoperta dell’happy hour.

Anche dal punto di vista economico un aperitivo composto di stuzzichini accompagnato da un buon calice di vino, è certamente meno impegnativo di una vera e propria cena.

Cambiano i costumi, i modi di consumare, e cambia anche il vino, sempre diverso. Le nuove tendenze permettono di scoprire simpatiche novità tra le quali lo spumante con polvere d’oro e quello dietetico, il vino invecchiato negli abissi marini e nei ghiacciai tanto per fare qualche esempio.

Un nuovo modo di bere vino ad esempio si chiama Wine Cup e può comprendere Chardonnay, Merlot e Rosè.

E’ una coppa di vino italiano pronta da bere ad esempio a casa durante una cena tra amici . Una linea di prodotti monouso destinata a creare stupore, curiosità e innovazione in un mercato tradizionale come quello del vino, ma si è lavorato anche all’eleminazione degli sprechi. La creazione di questi prodotti monouso porteranno a saziare i consumatori del futuro ma che già da oggi rappresenta un nuovo stile in Italia e nel mondo.

Bere vino rosso anche d’estate di può: molto spesso d’estate ci neghiamo un buon bicchiere di vino rosso ritenendolo inadeguato con la canicola . Niente di più falso basta abbassare la temperatura di servizio, come propone il progetto “chianti fresco” e gustarlo a 16 gradi.

Sedici gradi di gradevolezza, freschezza di profumi e aromi che si sprigionano quando si sorseggia un calice nel periodo estivo.

Un altro modo di bere vino in maniera sana e naturale e: formula zero.

La bevanda formula zero è senza alcol ottenuta dal vino sfuso finito, che ha subito tutti i processi standard di lavorazione, ma che alla fine di tutti i processi l’alcol vine estratto con un processo di osmosi . E’ tollerabile da chiunque e non ha controindicazioni anche a chi ha divieti religiosi o problemi di salute.

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